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I Folletti di San Martino

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I folletti hanno sempre occupato un posto nei racconti attorno al focolare delle famiglie contadine. Molti sono ancora gli anziani in grado di “testimoniare” avvenimenti che hanno avuto per protagonisti questi simpatici esseri ed alcuni di loro dicono di averli visti almeno una volta. A questi piccoli abitanti dei boschi è dedicato un Sentiero Fantastico lungo circa 1.500 metri. Abbastanza agevole e sicuro, il sentiero è attrezzato con casette, statue di folletti e sagome di animali, cartelli con disegni e brani della storia di Pitìcù e della sua famiglia. E’ dedicata a tutti i bambini e alle loro famiglie, a chi crede nelle favole e a chi ama sognare!

[success]“Da 238 anni viviamo nei boschi dell’Oasi Faunistica di Monte Montiego.
Qualche volta la mente vola alle foreste della Transilvania, ma ora apparteniamo a questa terra che amiamo e difendiamo.
Chiediamo anche la tua collaborazione!”
Piticu[/success]
[tip]OMINI DI VERDE VESTITI
che cosa ci fate nel fondo dei ruscelli?
offrite di cena ai ranocchi un pranzo coi fiocchi di larve e insetti?
lo so, voi motivi sonate con canne intagliate, in gara con grilli e cicale sui monti, vicino alle fonti
si leva la vostra canzone con quella dell’acqua d’argento con quella del vento.
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LE ORIGINI

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Il Conte Urìt, Signore della Contea di Biartèn in Transilvania, arrogante, superbo e avido, mai sazio delle proprie ricchezze, fece abbattere nel XVII secolo, la maggior parte delle foreste secolari della sua contea, per venderne il legname. Nel 1777 ordinò a tutti gli abitanti dei boschi di sua proprietà, elfi, gnomi e folletti, di lasciare entro l’anno il territorio, minacciandoli, se non l’avessero fatto, di incendiare le loro abitazioni. Fu così che 66 folletti, guidati dal vecchio Fluieràs, così chiamato perché rinomato suonatore di flauto di Pan, decisero di partire e affrontare un lungo viaggio alla ricerca di un territorio dove vivere in pace e tranquillità.
Dopo aver camminato per 55 giorni, attraversando le terre dei Magiari (Ungheria) e degli Slavi (Slovenia), superarono in un freddissimo inverno – 44 gradi le Alpi, da dove, su indicazione di una famiglia di folletti della Carnia capeggiati dal folletto Sbilfs, che tutti hanno visto ma nessuno è mai riuscito a prendere, raggiunsero gli Appennini, nel territorio dei Conti Brancaleoni del Castello dei Pecorari, noti per l’ospitalità e per la cura nella protezione dei boschi e dei suoi abitanti su tutto il Monte Montiego.

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Avevano percorso 1888 miglia, ma tutti sanno che i Folletti nel camminare e nel correre sono superiori agli uomini. La famiglia Pitìc scelse come propria dimora questa piccola valle appartata che inizia dalla Fonte dell’Orsa e arriva fino a San Martino.
Qui abitano tutt’ora e vivono in armonia con le piante e gli animali. Sono socievoli con gli esseri umani, che considerano di intelligenza inferiore e sono anche pronti a fare qualche scherzetto a coloro che non rispettano il bosco. Si svegliano al tramonto e si coricano all’alba, come tutti i folletti dormono con gli occhi aperti perché devono vigilare sulla vita del bosco. La terza notte di luna piena scambiano visite con amici e parenti.
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I PROTAGONISTI

I folletti sono stati realizzati dalle abili mani del ceramista Fabrizio Marchi di Ostellato (Ferrara).